mercoledì 8 aprile 2009

IL FUTURO DI UNA TERRA CHE TREMA

In queste ore almeno un pensiero va dedicato a tante vittime di un ennesimo disastro naturale (e umano) nel nostro Paese. Alle vittime ufficiali e a quelle incalcolabili, perchè anche in Abruzzo non sono soltanto state distrutte molte vite innocenti, ma è stata anche lacerata l'esistenza di chi resta senza più nulla.
Chi lo ha vissuto personalmente, racconta che essere svegliato nel cuore della notte dal letto che balla per il terremoto è un’esperienza che rimane terrificante. E' qualcosa di profondo, e qualcosa di animale scatta dentro di te, aggiungendosi alla sensazione che non si può mai sapere se quelle prime scosse saranno soltanto il preludio di una tragedia.
I terremoti colpiscono e non hanno tessera di partito, non sono colpa di chi governa, anche se si scatena naturalmente la reazione del “si potevano prevedere?”. Responsabilità piena dei governi che si susseguono sono la costruzione di veri edifici antisismici nelle zone a rischio, la prima risposta quando la catastrofe avviene, l’assistenza e la ricostruzione nei tempi e nei modi. Non è colpa del governo ladro se piove, è colpa del governo se non arrivano gli ombrelli e si costruiscono invece abitazioni inutili, edifici pubblici maestosi ma ridondanti, ponti avveniristici per la gloria, centrali magari nucleari in aree che tutti i sismologi sanno che prima o poi si smuoveranno. Ora vedremo come il governo italiano risponderà efficacemente ed efficientemente al disastro d’Abruzzo. Uno Stato si giudica soprattutto su queste cose, non sulle idiozie infantili delle foto, delle visite ufficiali preconfezionate o delle barzellette ai vertici. (Un ringraziamento personale a Vittorio Zucconi)

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