venerdì 31 dicembre 2010

CULTURA E SPAGHETTI

Ministro italiano: "La cultura non si mangia".
Una frase letta sui muri di Scampia, a Napoli: "Non vogliamo vivere solo di spaghetti".

giovedì 23 dicembre 2010

RICORDO DEL “VECIO”

Nel giugno 2002, durante lo svolgimento dei Mondiali di Corea del Sud e Giappone, posi due domande ad Enzo Bearzot, nell’occasione opinionista per un noto giornale nazionale, affidandomi alla sua saggezza ed esperienza del mestiere. E’ un modo per ricordare il grande “vecio” del calcio italiano e mondiale che ci ha appena lasciato.

- Germania-Arabia Saudita 8-0. Signor Bearzot, l’allargamento della partecipazione al Mondiale ha davvero un senso?

Certo che no. L’allargamento a ogni costo è la politica della Fifa ormai da tanti anni. Una squadra che debutta prendendo 8 gol non è da Mondiale: fermo restando che a 4,5, la Germania si poteva fermare.”

- Secondo la sua esperienza personale, per un arbitro (o suo collaboratore), a posteriori, è più pesante il pentimento per aver convalidato una rete irregolare o il dispiacere per aver annullato un gol valido?

Tra le tante lettere e messaggi che parlano di arbitri ho scelto la sua. Non perché io sia in grado di rispondere: penso che il rammarico per un errore, commesso in buona fede, sia sempre lo stesso. Ma perché il suo tentativo di mettersi nei panni dell’arbitro mi ha fatto tornare alla mente una mia vecchia idea. Ho letto nei giorni scorsi che Blatter, di fronte al ripetersi degli errori ha prospettato l’eventualità, per il futuro, di affidarsi anche ad ex calciatori. Bene, sarebbe ora. Il calciatore termina la carriera tra i 30 e i 35 anni. E’ in condizioni atletiche ottimali, è mediamente ricco e indipendente dal punto di vista economico e dovrebbe conoscere alla perfezione i regolamenti. Chi è stato giocatore certe valutazioni non le può sbagliare: la gravità di un fallo, l‘intenzione di far male, la volontà di simulare, chi ha giocato i trucchi li conosce e li annusa prima ancora che vengano messi in pratica. Resterebbe il grande problema del fuorigioco, quello sì: perché nemmeno chi ha giocato ha quattro occhi, e può essere in grado di vedere contemporaneamente il punto da cui parte il pallone e la posizione esatta di attaccante e difensore. Quella è una regola che va limitata alle sole aree di rigore. Ma con un arbitro che abbia giocato ad alto livello, e che dia le garanzie morali per tale ruolo, avremmo un calcio finalmente garantito.

domenica 5 dicembre 2010

IL CORAGGIO DI RIMANERE IN ITALIA

Quanto costa al nostro paese lasciare scappare oggi un giovane talento della ricerca? Secondo lo studio dell’ICom’, la valutazione della potenziale perdita di valore è quantificabile in 63 milioni di euro attuali per ogni giovane top scientist che il sistema della ricerca italiana si lascerà sfuggire. Se invece consideriamo la durata totale media di produzione scientifica, la quantità crescerebbe sino a 148 milioni di euro netti (arrivando a più di 200 milioni per uno scienziato specializzato in farmaceutica).
Per questo ha particolare significato l’iniziativa della Fondazione Lilly che quest’anno ha avuto come tema “Sviluppo di nuovi biomarcatori per le patologie neoplastiche: tumori solidi”. Nel 2010 ben 21 centri oncologici italiani hanno risposto al bando, presentando 31 progetti (oltre il doppio rispetto ai 16 sottoposti nel 2009). Tredici progetti sono arrivati da ricercatori del Nord, altrettanti dal Centro, cinque dal Sud; nell'85 per cento dei casi portavano la firma di una donna e, proprio come l’anno scorso, il premio è andato ad una ricercatrice. Grazie alla borsa, Tiziana Vavalà studierà i nuovi orizzonti delle cure oncologiche basate sulla farmaco genomica.
Nell’ambito del tumore al polmone oggi non esistono studi di farmacogenomica nei pazienti anziani” spiega l’oncologa “Il progetto di ricerca permette la scelta del trattamento sulla base delle indagini di farmacogenomica con l’obiettivo di scegliere la terapia migliore per il singolo paziente ottenendo il massimo del risultato in una popolazione di pazienti nel quale le possibilità di cura sono limitate”. La ricercatrice potrà svolgere il suo lavoro nel migliore dei modi. “Se dovessi guardare al percorso fatto fino ad ora direi che l’aspetto più faticoso è la continua necessità di spostarsi e cambiare città: da Catanzaro sono andata a Roma, poi a Milano e ora a Torino. Fare la ricercatrice qui in Italia, è quasi un’avventura, non un incentivo, non un incoraggiamento, è quasi un atto di coraggio”. (Televideo Rai)

sabato 4 dicembre 2010

PREMIO "COLA GALASSINI" ALLA TESI SU RENATO GHIOTTO

Un profondo amore per la sua città natale, Montecchio Maggiore, e la sua professione. Renato Ghiotto, nato nel 1923 e morto nel 1986, è stato, a soli 23 anni, il primo direttore del Giornale di Vicenza nel dopoguerra, dal 1945 al 1950. Giornalista, scrittore, grande appassionato di cinema, è il protagonista della tesi di laurea “Renato Ghiotto (1923-1986): questo film non vi farà dormire” di Saverio Mirijello, vincitore del quinto premio “Cola Galassini”, dedicato alla memoria della professoressa Carolina e riservato a tesi su argomenti di interesse locale. «Renato Ghiotto è stato un giornalista che ha saputo dare una grande svolta al Giornale di Vicenza chiamando a lavorare le migliori giovani menti dell'epoca - ha affermato Ario Gervasutti, attuale direttore del quotidiano, intervenuto ieri alla cerimonia in sala civica Corte delle filande -. Ha lasciato ai giornalisti un importante insegnamento: la capacità di tenere lontane le pressioni derivanti dalla guerra e dagli eventi. Ha saputo innovare il linguaggio giornalistico con capacità di sintesi e uno stile che è rimasto "moderno" per più di trent'anni». Il secondo posto se l'è aggiudicato Paolo Cattaneo con la tesi “Le divisioni agrarie di età romana nel Vicentino: analisi delle persistenze e proposte ricostruttive”; terzo posto per Elisa Pilati e il suo lavoro sulla “Vita a Montecchio Maggiore durante il periodo fascista”. Quarto posto, infine, alla tesi “La guida turistica, dall'analisi sulla comunicazione visiva di alcune guide alla progettazione di una guida sulla città di Montecchio Maggiore” di Valentina Sinico. Presenti alla cerimonia anche Giuseppe Galassini, marito della prof. Carolina, l'assessore alla cultura Claudio Beschin e il direttore della biblioteca civica di Montecchio Roberto Ghiotto: «Questo premio - ha detto Ghiotto - è un'iniziativa che, anno dopo anno, si sta radicando sempre più con ricerche di alto livello qualitativo». «Arricchisce la nostra cultura locale e concede ai giovani di esprimere il proprio amore per il loro paese - ha concluso Beschin- e contribuisce a mantenere vivo il ricordo di una donna, Carolina Cola, di grande cultura».