giovedì 23 dicembre 2010

RICORDO DEL “VECIO”

Nel giugno 2002, durante lo svolgimento dei Mondiali di Corea del Sud e Giappone, posi due domande ad Enzo Bearzot, nell’occasione opinionista per un noto giornale nazionale, affidandomi alla sua saggezza ed esperienza del mestiere. E’ un modo per ricordare il grande “vecio” del calcio italiano e mondiale che ci ha appena lasciato.

- Germania-Arabia Saudita 8-0. Signor Bearzot, l’allargamento della partecipazione al Mondiale ha davvero un senso?

Certo che no. L’allargamento a ogni costo è la politica della Fifa ormai da tanti anni. Una squadra che debutta prendendo 8 gol non è da Mondiale: fermo restando che a 4,5, la Germania si poteva fermare.”

- Secondo la sua esperienza personale, per un arbitro (o suo collaboratore), a posteriori, è più pesante il pentimento per aver convalidato una rete irregolare o il dispiacere per aver annullato un gol valido?

Tra le tante lettere e messaggi che parlano di arbitri ho scelto la sua. Non perché io sia in grado di rispondere: penso che il rammarico per un errore, commesso in buona fede, sia sempre lo stesso. Ma perché il suo tentativo di mettersi nei panni dell’arbitro mi ha fatto tornare alla mente una mia vecchia idea. Ho letto nei giorni scorsi che Blatter, di fronte al ripetersi degli errori ha prospettato l’eventualità, per il futuro, di affidarsi anche ad ex calciatori. Bene, sarebbe ora. Il calciatore termina la carriera tra i 30 e i 35 anni. E’ in condizioni atletiche ottimali, è mediamente ricco e indipendente dal punto di vista economico e dovrebbe conoscere alla perfezione i regolamenti. Chi è stato giocatore certe valutazioni non le può sbagliare: la gravità di un fallo, l‘intenzione di far male, la volontà di simulare, chi ha giocato i trucchi li conosce e li annusa prima ancora che vengano messi in pratica. Resterebbe il grande problema del fuorigioco, quello sì: perché nemmeno chi ha giocato ha quattro occhi, e può essere in grado di vedere contemporaneamente il punto da cui parte il pallone e la posizione esatta di attaccante e difensore. Quella è una regola che va limitata alle sole aree di rigore. Ma con un arbitro che abbia giocato ad alto livello, e che dia le garanzie morali per tale ruolo, avremmo un calcio finalmente garantito.

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