Una frase letta sui muri di Scampia, a Napoli: "Non vogliamo vivere solo di spaghetti".
venerdì 31 dicembre 2010
CULTURA E SPAGHETTI
Una frase letta sui muri di Scampia, a Napoli: "Non vogliamo vivere solo di spaghetti".
giovedì 23 dicembre 2010
RICORDO DEL “VECIO”
Nel giugno 2002, durante lo svolgimento dei Mondiali di Corea del Sud e Giappone, posi due domande ad Enzo Bearzot, nell’occasione opinionista per un noto giornale nazionale, affidandomi alla sua saggezza ed esperienza del mestiere. E’ un modo per ricordare il grande “vecio” del calcio italiano e mondiale che ci ha appena lasciato.
- Germania-Arabia Saudita 8-0. Signor Bearzot, l’allargamento della partecipazione al Mondiale ha davvero un senso?
“Certo che no. L’allargamento a ogni costo è la politica della Fifa ormai da tanti anni. Una squadra che debutta prendendo 8 gol non è da Mondiale: fermo restando che a 4,5, la Germania si poteva fermare.”
- Secondo la sua esperienza personale, per un arbitro (o suo collaboratore), a posteriori, è più pesante il pentimento per aver convalidato una rete irregolare o il dispiacere per aver annullato un gol valido?
“Tra le tante lettere e messaggi che parlano di arbitri ho scelto la sua. Non perché io sia in grado di rispondere: penso che il rammarico per un errore, commesso in buona fede, sia sempre lo stesso. Ma perché il suo tentativo di mettersi nei panni dell’arbitro mi ha fatto tornare alla mente una mia vecchia idea. Ho letto nei giorni scorsi che Blatter, di fronte al ripetersi degli errori ha prospettato l’eventualità, per il futuro, di affidarsi anche ad ex calciatori. Bene, sarebbe ora. Il calciatore termina la carriera tra i 30 e i 35 anni. E’ in condizioni atletiche ottimali, è mediamente ricco e indipendente dal punto di vista economico e dovrebbe conoscere alla perfezione i regolamenti. Chi è stato giocatore certe valutazioni non le può sbagliare: la gravità di un fallo, l‘intenzione di far male, la volontà di simulare, chi ha giocato i trucchi li conosce e li annusa prima ancora che vengano messi in pratica. Resterebbe il grande problema del fuorigioco, quello sì: perché nemmeno chi ha giocato ha quattro occhi, e può essere in grado di vedere contemporaneamente il punto da cui parte il pallone e la posizione esatta di attaccante e difensore. Quella è una regola che va limitata alle sole aree di rigore. Ma con un arbitro che abbia giocato ad alto livello, e che dia le garanzie morali per tale ruolo, avremmo un calcio finalmente garantito.”
domenica 5 dicembre 2010
IL CORAGGIO DI RIMANERE IN ITALIA
Quanto costa al nostro paese lasciare scappare oggi un giovane talento della ricerca? Secondo lo studio dell’ICom’, la valutazione della potenziale perdita di valore è quantificabile in 63 milioni di euro attuali per ogni giovane top scientist che il sistema della ricerca italiana si lascerà sfuggire. Se invece consideriamo la durata totale media di produzione scientifica, la quantità crescerebbe sino a 148 milioni di euro netti (arrivando a più di 200 milioni per uno scienziato specializzato in farmaceutica).
Per questo ha particolare significato l’iniziativa della Fondazione Lilly che quest’anno ha avuto come tema “Sviluppo di nuovi biomarcatori per le patologie neoplastiche: tumori solidi”. Nel 2010 ben 21 centri oncologici italiani hanno risposto al bando, presentando 31 progetti (oltre il doppio rispetto ai 16 sottoposti nel 2009). Tredici progetti sono arrivati da ricercatori del Nord, altrettanti dal Centro, cinque dal Sud; nell'85 per cento dei casi portavano la firma di una donna e, proprio come l’anno scorso, il premio è andato ad una ricercatrice. Grazie alla borsa, Tiziana Vavalà studierà i nuovi orizzonti delle cure oncologiche basate sulla farmaco genomica.
“Nell’ambito del tumore al polmone oggi non esistono studi di farmacogenomica nei pazienti anziani” spiega l’oncologa “Il progetto di ricerca permette la scelta del trattamento sulla base delle indagini di farmacogenomica con l’obiettivo di scegliere la terapia migliore per il singolo paziente ottenendo il massimo del risultato in una popolazione di pazienti nel quale le possibilità di cura sono limitate”. La ricercatrice potrà svolgere il suo lavoro nel migliore dei modi. “Se dovessi guardare al percorso fatto fino ad ora direi che l’aspetto più faticoso è la continua necessità di spostarsi e cambiare città: da Catanzaro sono andata a Roma, poi a Milano e ora a Torino. Fare la ricercatrice qui in Italia, è quasi un’avventura, non un incentivo, non un incoraggiamento, è quasi un atto di coraggio”. (Televideo Rai)
sabato 4 dicembre 2010
PREMIO "COLA GALASSINI" ALLA TESI SU RENATO GHIOTTO
Un profondo amore per la sua città natale, Montecchio Maggiore, e la sua professione. Renato Ghiotto, nato nel 1923 e morto nel 1986, è stato, a soli 23 anni, il primo direttore del Giornale di Vicenza nel dopoguerra, dal 1945 al 1950. Giornalista, scrittore, grande appassionato di cinema, è il protagonista della tesi di laurea “Renato Ghiotto (1923-1986): questo film non vi farà dormire” di Saverio Mirijello, vincitore del quinto premio “Cola Galassini”, dedicato alla memoria della professoressa Carolina e riservato a tesi su argomenti di interesse locale. «Renato Ghiotto è stato un giornalista che ha saputo dare una grande svolta al Giornale di Vicenza chiamando a lavorare le migliori giovani menti dell'epoca - ha affermato Ario Gervasutti, attuale direttore del quotidiano, intervenuto ieri alla cerimonia in sala civica Corte delle filande -. Ha lasciato ai giornalisti un importante insegnamento: la capacità di tenere lontane le pressioni derivanti dalla guerra e dagli eventi. Ha saputo innovare il linguaggio giornalistico con capacità di sintesi e uno stile che è rimasto "moderno" per più di trent'anni». Il secondo posto se l'è aggiudicato Paolo Cattaneo con la tesi “Le divisioni agrarie di età romana nel Vicentino: analisi delle persistenze e proposte ricostruttive”; terzo posto per Elisa Pilati e il suo lavoro sulla “Vita a Montecchio Maggiore durante il periodo fascista”. Quarto posto, infine, alla tesi “La guida turistica, dall'analisi sulla comunicazione visiva di alcune guide alla progettazione di una guida sulla città di Montecchio Maggiore” di Valentina Sinico. Presenti alla cerimonia anche Giuseppe Galassini, marito della prof. Carolina, l'assessore alla cultura Claudio Beschin e il direttore della biblioteca civica di Montecchio Roberto Ghiotto: «Questo premio - ha detto Ghiotto - è un'iniziativa che, anno dopo anno, si sta radicando sempre più con ricerche di alto livello qualitativo». «Arricchisce la nostra cultura locale e concede ai giovani di esprimere il proprio amore per il loro paese - ha concluso Beschin- e contribuisce a mantenere vivo il ricordo di una donna, Carolina Cola, di grande cultura».
domenica 28 novembre 2010
A SAVERIO MIRIJELLO IL PREMIO "CAROLINA COLA GALASSINI"
La tesi di laurea specialistica di Saverio Mirijello sugli articoli di critica cinematografica del giovanissimo Renato Ghiotto (1923-1986) sulle pagine del Giornale di Vicenza nel biennio 1945-46 è valsa all'autore il primo premio nella quinta edizione del premio "Carolina Cola Galassini". Il riconoscimento, voluto dalla famiglia per ricordare la professoressa che tanto ha dato a Montecchio, si divide in tre sezioni. Il premio viene conferito alle tesi di laurea specialistica, di laurea triennale e di dottorato che abbiano come oggetto autori o realtà di Montecchio Maggiore. La cerimonia di premiazione si terrà nella sala civica di Corte della Filanda, a Montecchio Maggiore, sabato 4 dicembre alle ore 16. Dalla tesi di Mirijello è stato tratto per Editrice Veneta il volume "Impressioni oblique", dato alle stampe nel 2006. Il giovane scrittore vicentino ha già pubblicato per Neri Pozza nel 1995 "Con il cuore verso Dio", un libro dedicato ad Albino Luciani che contiene i ventidue discorsi pronunciati da Giovanni Paolo I nel suo brevissimo pontificato. ("VicenzaPiù", 27 novembre 2010)
domenica 21 novembre 2010
TAGLI IMBARAZZANTI
"La notizia della sottrazione del 5 per 1000 dell’attuale Governo alle Onlus è veramente stupefacente, perché non si tratta di tagliare spese o ridurre investimenti per far quadrare i conti ma di prendere i soldi che i cittadini destinano a uno scopo ben preciso e usarli in altro modo. Dal punto di vista etico sarebbe stato più lineare e corretto dire che lo Stato non si poteva più permettere di devolvere il 5 per 1000 delle tasse degli italiani ad associazioni di assistenza, volontariato e gruppi con finalità sociali. Avremmo pensato che era molto grave e che si faceva pagare un prezzo ulteriore alle fasce più deboli della società. Invece si è scelto non solo di tagliare ma anche di prendere in giro i cittadini: diventa ridicolo preoccuparsi di individuare un’associazione degna di prendere una piccola parte delle nostre tasse, quando quasi certamente i nostri soldi finiranno in un indistinto calderone. Non si tratta di grandi cifre e non posso credere che non ci fosse nulla di più degno di essere tagliato, invece si è scelto di colpire voci meno potenti e che non hanno grandi lobby organizzate a proteggerle. Non resta che sperare in un momento di vergogna, almeno di imbarazzo del governo e della maggioranza, che spinga a emendare questa decisione al Senato." (Mario Calabresi)
venerdì 19 novembre 2010
W LA CULTURA?
L’Italia è un Paese in cui
domenica 7 novembre 2010
CATASTROFI ANNUNCIATE
domenica 17 ottobre 2010
BIG BANG BIG BOOM
Il cortometraggio italiano "Big Bang Big Boom" del videomaker 'Blu' ha vinto la 5.a edizione del Festival d'Animazione di Bucarest. Realizzato nel 2010, il film racconta, con la tecnica della stop motion e utilizzando sia graffiti sia installazioni, una teoria non scientifica dell'evoluzione e delle sue conseguenze (video da YouTube).
sabato 16 ottobre 2010
CILE: 40 REPORTER PER OGNI MINATORE
Nell’era di Internet, quanti reporter ci vogliono per «coprire» un salvataggio di una miniera sudamericana? E’ la domanda più frequente su Twitter in questi giorni e a cui hanno provato a rispondere giornalisti, docenti esperti di media e blogger appassionati di giornalismo, dopo il lieto fine del recupero dei 33 minatori in Cile. Il numero di inviati sulla scena (1.300, ma c’è chi ne ha contati addirittura 1.700) appare a tutti sproporzionato. In Cile ha avuto molto più impatto sulla popolazione il terremoto di 8 mesi fa, eppure nessuno l’ha coperto. Tutti alla fine ammettono: il fatto è, ci piaccia o no, che nell’era dell’informazione globale quando c’è una storia che risveglia l’interesse umano essa diventa «la» storia, cioè quella che porta i clic e le vendite, e fa quindi gola a tutti i giornali.
lunedì 11 ottobre 2010
COSA CONTIENE LA VITA
domenica 10 ottobre 2010
martedì 21 settembre 2010
ADDIO SANDRA
lunedì 23 agosto 2010
UNA STRADA CHE NON FINISCE
Anche adesso che lui, un caro amico di Belluno al quale giusto ieri pomeriggio avevo scritto, non c’è più a causa di un assurdo proiettile, anche adesso che la rabbia dell’impotenza umana a riportare indietro il tempo mi ha ormai vinto, sono convinto che oltre la parentesi terrena che ci spetta nulla possa realmente fermare il cuore, l’animo e la ragione di un uomo che crede in Dio e nel prossimo, come è stato e come sarà sempre don Francesco Cassol. Anch’io sarò sempre riconoscente a dFC, come si firmava nelle e-mail. Abbiamo trascorso insieme bellissime ore parlando di Papa Luciani quando a metà degli anni ’90 mi recai spesso a S. Giustina, nel Centro che custodisce con amore e delicatezza la sua memoria e il suo grande spirito, per approfondire lo studio che mi portò a scrivere il libro su Giovanni Paolo I, utilizzato poi anche dalla Rai, e in altre occasioni, come in occasione del trentennale del pontificato di Luciani. Ogni volta era come la prima in cui lo conobbi e immediatamente seppe trasmettermi serenità e fiducia, e non cesserò di ricordarne la rassicurante voce, tante battute e frasi con cui custodirò per sempre anche il suo ricordo, oltre alla bellissima dedica sulla mia copia personale di quel testo. Chi ha amato la vita e la vera ricchezza dell’animo, come don Francesco Cassol, finisce il suo percorso soltanto sulla terra. A Francesco, una persona estremamente sensibile, di profonda cultura pratica e instancabilmente alla ricerca di una possibilità di riuscita per l’amore, continuerò a rivolgermi con tutta la gratitudine che potrò per dirgli che sono riconoscente di questo e di tanto altro: per la sua capacità di ascoltare, di rincuorare, di infondere coraggio, di regalare parole di conforto e di un perenne affetto, una vera e inossidabile amicizia. Mi mancherà moltissimo, e andrò fiero di averlo conosciuto. Dopo aver vissuto da umile esploratore Don Francesco Cassol è andato avanti, come si dice semplicemente tra gli uomini di montagna, e rispetto a tante altre persone che dovrebbero stare vicine alla gente in difficoltà e in realtà non lo fanno, ha saputo andare oltre il giudizio e le critiche, spesso ingiuste, che vengono indirizzate soltanto a coloro che non vivono di comodità, di conformismo e luoghi comuni. Non tutti hanno il coraggio di seguire questo cammino. A lui, gran sacerdote perchè ha saputo rappresentare con determinazione un punto di riferimento per tante persone della comunità, è un titolo maggiore che va riconosciuto. Davanti a sé questo vero pastore delle anime continuerà ad indicare una strada, proprio come Albino Luciani: sorridenti comete soltanto per noi uomini. La sua ricerca della spiritualità attraverso la preghiera, la riflessione e la solitudine, come nella landa desolata in cui la sua vita terrena è terminata, è un esempio di ciò che non riusciamo più a ricordarci di fare noi che rimaniamo in questi tempi aridi. L’insegnamento che io ho ricevuto da Francesco è di guardare oltre con coraggio, fermezza e passione, senza smarrire il buonumore e la speranza di un domani migliore anche per questa ostinazione a credere nella vita. Non è vano ottimismo, è volontà di credere davvero in ciò che rende degni di aver vissuto e costituito una esistenza per gli altri e con gli altri. Penso sia l'esempio che Francesco ha lasciato a tutti noi. Qualunque sia la meta da raggiungere, anche quella più lontana e apparentemente irraggiungibile, ci sono percorsi che desidereremmo non avessero mai fine. Per Francesco Cassol e per tutti coloro che continueranno a volergli bene, questo viaggio non avrà mai termine. So che adesso Papa Luciani, “col suo sorriso e il suo carattere di ferro”, come Francesco mi diceva, lo ha già accolto al suo fianco, orgoglioso come tutti noi che quaggiù gli vogliamo bene. Sembra strano, ma a Francesco io non ho mai dato del tu. Lo faccio adesso, per ringraziarlo ancora di tutto quello che anche a me ha saputo donare col suo immenso animo: non si tratta di un addio Francesco, è l’incolmabile tristezza di saperti lontano dagli occhi, ma è pure la serenità di saperti vicino nel cuore, e in fondo di dover soltanto aspettare un po’ di più per rivederti.
martedì 17 agosto 2010
IL SOLDATO FANCIULLO TRA I MILLE DI GARIBALDI
lunedì 2 agosto 2010
STAZIONE DI BOLOGNA: 2 AGOSTO 1980 - 2010
Appena due giorni prima di quell’ora, quelle 10,25 che anch’io mai dimenticherò, su un treno che tornava dalla Calabria, da quello stesso binario, passai con tutta la mia famiglia. Le comode verità, o verità di comodo della politica, prima o poi decadono. Così, per me, allo stesso modo di chi cerca ancora disperatamente ed ingenuamente la verità, trent’anni sono lunghi come un giorno.
domenica 25 luglio 2010
LA DIFESA DELLA SCONFITTA
"L’orfano precoce rappresenta un caso estremo. Ma ogni storia che finisce rinnova il trauma primordiale del maschio, quello sganciarsi dal grembo della donna che lo induce a sentirsi abbandonato anziché creato. E’ una forma disperata di dipendenza che si nutre di falso orgoglio ed egoismo autentico. Per guarire serve lo scatto di coscienza che trasforma una marionetta di muscoli in un uomo. Io la chiamo Difesa della Sconfitta: la capacità di sopportare lo strappo del cuore senza smarrire il rispetto di sé. Saper perdere è la premessa di ogni educazione sentimentale. Si applica in amore come nello sport, in politica come nella vita. Ma non la pratica quasi nessuno, perché nella civiltà delle emozioni isteriche e rancorose quasi nessuno riesce ancora a farsi invadere dalla calma forte di un sentimento." (Massimo Gramellini)
lunedì 12 luglio 2010
UN CALCIO ALLE ILLUSIONI
[…] " Il calcio, e lo sport, sono favole profondamente amorali, quando non sono immorali, per la loro natura. Sono verità dell'attimo, politicamente scorrette, se non ingiuste e relative, senza valore assoluto, nelle quali il "merito" dipende da troppi elementi inafferrabili e casuali per essere invocato come assoluto e decisivo. […] Nello sport non vincono i buoni, ammesso che ci siano. I "buoni" sono di volta in volta coloro per i quali facciamo il tifo, i "cattivi" sono sempre gli avversari. […] Non esistono neppure dimostrabili relazioni di causa o di effetto tra lo sviluppo economico o il successo agonistico e chi prova a stabilirli deve poi arrampicarsi sugli specchi o pescare i casi utili alla tesi, il "cherry picking", ciliega per ciliegia, scartando quelli che la contraddicono. Ottimi governi hanno prodotto mediocri rappresentative, mentre pessimi regimi regressivi ne hanno espresse di eccellenti. […] La sola morale della favola è nella favola stessa, nel raccontarla, nell'ascoltarla, nell'ipnosi che esercita e che ci coinvolge per un mese, lasciandosi dietro alla fine il vuoto e le cartacce di un'altra festa finita e le piazze da ripulire. Tutto qui e arrivederci a Ipanema fra quattro anni. Se vi piacciono le parabole dei buoni e dei cattivi, guardate il "wrestling". Che è, infatti, uno sport finto." (Un ringraziamento personale a Vittorio Zucconi).
domenica 4 luglio 2010
UNA PORTA APERTA AL FUTURO
Per apprezzare il bellissimo Mondiale di Calcio 2010 giocato dalla Germania, indipendentemente dal risultato finale, bisogna immaginare uomini di molti anni fa, spinti dalla mancanza di un lavoro o dal desiderio di un futuro migliore, all'emigrazione in quel Paese, da soli o con le famiglie. Ai loro figli, a scuola con i bambini alti e biondi dei vicini di casa, in un'età in cui non esiste differenza di lingua, di tradizioni o di colore della pelle che non si dissolva giocando a pallone. E adesso, quegli stessi bambini di origine tunisina, turca, bosniaca o polacca, ragazzi sani, puliti, forti e ambiziosi come avrebbero diritto ad essere tutti i loro coetanei, cresciuti in una nuova Patria, oramai figli di una nuova società e di un nuovo Mondo, parlando un linguaggio universale come quello di un pallone da calciare, difendono i colori di un nuovo Paese, e di una squadra dall'età media e dalla mentalità fresche e giovani. La Francia multietnica campione del 1998 era stata una finestra sul futuro, ma allo stesso tempo il frutto estremo dell'era coloniale. La nuova Germania dei figli di uomini in viaggio, invece, nasce proprio dal fenomeno epocale delle migrazioni di massa.
venerdì 18 giugno 2010
DIREZIONE: NESSUNA
"Creo que en la sociedad actual nos falta filosofía. Filosofía como espacio, lugar, método de reflexión, que puede no tener un objetivo concreto, como la ciencia, que avanza para satisfacer objetivos. Nos falta reflexión, pensar, necesitamos el trabajo de pensar, y me parece que, sin ideas, no vamos a ninguna parte". (Penso che la società di oggi abbia bisogno di filosofia. Filosofia come spazio, luogo, metodo di riflessione, che può anche non avere un obiettivo concreto, come la scienza, che avanza per raggiungere nuovi obiettivi. Ci manca riflessione, abbiamo bisogno del lavoro di pensare, e mi sembra che, senza idee, non andiamo da nessuna parte"). (José Saramago, primo e unico premio Nobel per la Letteratura in lingua portoghese, 1922-2010).
domenica 23 maggio 2010
PROGRESSO ?
Ecco i paradossi dei Paesi ricchi. L'eflornitina, ovvero la medicina più efficace contro la malattia del sonno, flagello dell'Africa, viene «sfruttata» in Occidente per eliminare i peli superflui. Ed è solo grazie alla pressione di organizzazioni non governative, come Medici Senza Frontiere, se la casa produttrice ha acconsentito a introdurre il farmaco in un mercato molto meno redditizio del campo estetico: quello per la salvezza dei Paesi poveri. Zeno Bisoffi, direttore del Centro per le malattie tropicali dell'ospedale di Negrar, per anni impegnato in progetti sanitari in Burundi, Burkina Faso e Nicaragua, dice: «Il primo dovere è informarsi su questo olocausto evitabile». Non ignorare, cioè, «che l'aspettativa di vita nell'Africa sub-sahariana non supera i 46 anni d'età; che ogni giorno 3mila bambini africani muoiono di malaria; che l'Italia destina meno dell'1 per mille alla cooperazione allo sviluppo», spiega. «Dovremmo chiedere ai nostri governanti perché questi temi non entrano mai in campagna elettorale, visto che spesso si sente dire: meglio aiutare i poveri a casa loro, piuttosto che vederli sbarcare sulle coste italiane». E poi il contributo alle organizzazioni che operano in loco: «Medici senza frontiere, il Cuamm, l'Ummi: sono molte le realtà, sia laiche sia cattoliche, da sostenere con la certezza che le nostre donazioni arrivano a destinazione».
martedì 11 maggio 2010
FUMI D'ALCOL
Maggiore severità con chi guida in stato di ebbrezza causato da alcol o droghe? Nessuna legge, se non viene applicata, può risolvere le situazioni di illegalità ed evitare morti inutili. Il solo inasprimento delle pene giunge come punizione ma non contribuisce a salvare delle famiglie innocenti. La soluzione può essere trovata soltanto in una diversa cultura della velocità e in un lavoro di controllo e prevenzione inflessibile e capillare. Dobbiamo evidentemente ancora cominciare da qualche parte.
lunedì 10 maggio 2010
VULCANI E UOMINI
"I vulcani fanno il loro mestiere, eruttano: è la società degli uomini che non vuole rendersi conto che esiste solo grazie a un temporaneo consenso geologico, soggetto a essere ritirato senza preavviso." (Mario Tozzi)
sabato 17 aprile 2010
SALUTO AD UN ARTISTA DEL SORRISO
sabato 10 aprile 2010
LA MALEDIZIONE DI KATYN: UN'OMBRA CHE NON SCOMPARE
La ferita di Katyn non ha mai smesso di sanguinare nell’animo della Polonia. Nel tragico volo di Smolensk, in Russia, tra le decine di vittime, oltre al Presidente Lech Kaczynski, c’erano anche persone che nel 1940 avevano già sofferto per la perdita di familiari in quella maledetta foresta. Lech Walesa alla televisione polacca Tvn24, a ragione, ha detto: “l'incidente di oggi è il secondo disastro di Katyn". Questo secondo evento tremendo, inevitabilmente, non farà che allargare quella ferita e ampliare quel dolore. Con tutte le tragedie che nella sua storia ha dovuto amaramente vivere o scontare sulla propria pelle la Polonia, profondamente cattolica, sensibile, ospitale e ricca di cultura, avrà comunque sempre tutta la solidarietà e l’affetto internazionale. E per gli Italiani resterà sempre un popolo fratello.
venerdì 9 aprile 2010
SAVIANO E IL MARE DI NAPOLI
giovedì 8 aprile 2010
POLITICA, IDEALI E REALTA'
"Con buona pace delle generazioni che l’hanno sopravvalutata, la politica rimane una cosa sporca, anche quando è fatta a fin di bene. [...] Il tentativo di trasformare un politico in un capo spirituale rivela il nostro bisogno disperato di credere in qualcosa di puro e di grande che la politica non ci potrà mai dare. Essa è l'arte del governo degli uomini. Non del loro miglioramento. Per quello bisogna rivolgersi altrove. In fondo a se stessi, per esempio." (Un ringraziamento personale a Massimo Gramellini)
domenica 4 aprile 2010
giovedì 1 aprile 2010
ADDIO AD UN ARTISTA GENTILUOMO
mercoledì 31 marzo 2010
AMORE SENZA CONFINI
martedì 30 marzo 2010
FUTURO GIOVANE
domenica 28 marzo 2010
BOCCONI AMARI
"Non è certo finita l’era delle differenze sociali, ma pensavamo di aver almeno raggiunto quella in cui tutti gli alunni di una stessa scuola hanno pari diritti e godono dello stesso trattamento. Dovrebbero avere gli stessi libri, mangiare lo stesso cibo e fare la stessa gita di classe. Se c’è chi non può, pensavamo che spettasse alla collettività pareggiare le condizioni. Se questo non è più vero, allora non torniamo indietro di quarant’anni ma di almeno un secolo." (Un ringraziamento personale a Mario Calabresi)
domenica 14 marzo 2010
L'ITALIA FUORI DALLA PORTA
[…] Il fatto è che, purtroppo, le grandi questioni di questo Paese rimangono fuori della porta. Alle piazze ribollenti non ci si sogna di proporre una seria riflessione sulla disoccupazione giovanile, sul delicato problema della ristrutturazione industriale, sul dovere di lavorare insieme per produrre una scuola ed una università all’altezza dei tempi (per cui non bastano [...] proclami di buona volontà), sull’impellenza di una riforma della sanità e anche della giustizia, a cominciare da quella civile le cui disfunzioni tanto pesano su questo Paese.
Ci pare che non valga più il vecchio schema che vigeva ai tempi dei grandi partiti ideologici: alle elezioni compattiamo i rispettivi eserciti e raccogliamo il massimo dei voti possibili, poi, visto che la delega che riceviamo è sostanzialmente in bianco, ci sarà tempo per fare, magari senza troppo clamore, quei negoziati necessari a mandare avanti il Paese. Oggi le ideologie non esistono più ed i surrogati degli appelli basati sulla parodia dell’antifascismo e dell’antibolscevismo non portano molto avanti. La gente vorrebbe buona politica e divisioni razionali e ragionevoli sulle cose da fare: non rispondere a questa domanda profonda è una forma molto pericolosa di giocare col fuoco.” (Un ringraziamento personale a Paolo Pombeni)
domenica 7 marzo 2010
ITALIANI IN OMBRA
domenica 28 febbraio 2010
OGNUNO E' SPECIALE
“Riesco a ricordare solo le cose belle. So solo che ho accettato i limiti di Dario, che non volevo farne una persona il più possibile “normale”, ma ho preso quello che mi poteva dare ogni giorno. Ed è stato tantissimo. Ma questo credo che valga per ogni genitore e per qualsiasi figlio. Tutti sono “speciali”, ma ciascuno lo è a modo suo, non può esserlo a modo nostro.” (Francesca Tuggia, madre adottiva di Dario, bambino vissuto con la sindrome di down e con gravissimi problemi fisici, col marito Franco Basoni da anni alla guida della casa famiglia di S. Vito di Leguzzano dell’Associazione Giovanni XXIII)
lunedì 22 febbraio 2010
MAGNAGATI MAI RINNEGATI
Come in molti Paesi del mondo, a partire dagli Stati Uniti, dove non è pensabile mangiare il coniglio, considerato animale da compagnia per bambini, l’antica idea di preparare un gatto per cena ci fa orrore, eppure fino a qualche decennio fa non era così. E’ comunque ridicolo scatenare una crociata contro chi parla oggi di una pratica d'emergenza popolare abbandonata, colpevole nella sostanza soltanto di aver detto che in passato ci si cibava anche dei gatti (seppur con una certa dose di provocazione e un velo di fastidioso compiacimento), con la pretesa che perfino la storia sia da edulcorare in chiave politicamente corretta. E poi, nel panorama televisivo attuale fatto di volgarità e violenza, concentrarsi su questo fatto è semplicemente grottesco. Sicuramente non gattesco. (Un ringraziamento a Mario Calabresi)
domenica 21 febbraio 2010
IN ASSENZA
"Le peggiori tragedie umane, le stragi più oscene, le tirannidi più truculente non hanno avuto bisogno dei blog e dei social network per diffondersi o per organizzare olocausti e genocidi, e neppure della televisione, per avverarsi. Al contrario, con un po’ meno di reazione riflessa (...) si potrebbe arguire che è vero l’opposto, che l’areazione dei peggiori sentimenti e degli umori più fetidi che albergano nella pancia della società tende, semmai, a funzionare da disinfettante. E’ dove non batte mai il sole e non passa l’aria che si sviluppano, nel buio e in assenza di ossigeno, le infezioni più micidiali." (Un ringraziamento personale a Vittorio Zucconi)
mercoledì 20 gennaio 2010
LA MIGLIOR RISPOSTA SPORTIVA AL RAZZISMO NEL CALCIO ITALIANO
domenica 17 gennaio 2010
giovedì 7 gennaio 2010
TIFO POSITIVO
"Si può tifare positivo: in Spagna ho visto intere famiglie allo stadio. La risposta alla violenza siete voi. Quando nel 2007 fu ucciso l'ispettore Raciti a Catania e si parlò di partite a porte chiuse, io lanciai un altro genere di proposta: fate entrare solo i bambini negli stadi. Tifare positivo si può se prevalgono i concetti del tifare a favore e del rispetto dell'avversario. Facciamo un gioco per spiegarlo. Quanto di voi tifano Milan? E quanti tifano Inter? Bene, pensate come sarebbe il vostro tifo di interisti se non ci fossero i milanisti e viceversa. Il tifo è come il calcio: servono due squadre per giocare una partita. Nelle partite bisogna rispettare le regole e gli avversari. La stessa cosa deve avvenire con il tifo. Il calcio è integrazione. E' una grande risposta al razzismo. Il calcio è uno strumento formidabile per favorire l'incontro e il dialogo di persone di mille culture diverse." (Damiano Tommasi, calciatore e campione completo)