di Luca Valente
In prima linea nelle battaglie cruciali del Risorgimento, protagonista nella spedizione dei Mille, legato da sincera e duratura amicizia a Giuseppe Garibaldi. Domenico Cariolato (Vicenza, 7 luglio 1835 - Roma, 29 gennaio 1910) entra di diritto nella storia di quel periodo decisivo per la formazione dello stato nazionale. A ripercorrerne le gesta gloriose è Saverio Mirijello, autore di uno studio articolato che è stato recentemente pubblicato in sunto su un numero speciale della rivista Rassegna storica del Risorgimento, edito dall’Istituto per la Storia del Risorgimento italiano di Roma in occasione del bicentenario della nascita dell’Eroe dei Due Mondi.
Quello di Cariolato nelle Guerre d’Indipendenza fu un esordio da predestinato. Il 10 giugno 1848, non ancora tredicenne, si distinse nella difesa di Vicenza assediata dagli austriaci salvando una donna e i suoi due bambini dall’esplosione di una bomba sulla quale si era gettato asportandone la miccia. Per il suo coraggio fu decorato con una medaglia di bronzo al valor militare da parte del Senato romano. Ma era solo l’inizio: l’anno successivo si arruolò nel battaglione vicentino della legione di Garibaldi, poi prese parte all’insurrezione di Genova, quindi combatté nella difesa della Repubblica Romana. In tale occasione il giovane garibaldino, preso prigioniero dai francesi, riuscì a fuggire, non prima di aver tenuto testa in un interrogatorio al generale Oudinot.Episodi ampiamente illustrati da Mirijello nella sua ricerca e riportati anche negli estratti pubblicati sulla rivista, dove trova ampio spazio soprattutto il rapporto di Cariolato con Garibaldi. Nel 1860, infatti, prese parte alla spedizione dei Mille (assieme ad altri 33 vicentini) e combatté nelle battaglie di Calatafimi, Milazzo e sul Volturno contro l’esercito borbonico. Si distinse in particolare nella prima, tanto che il Comune trapanese, successivamente, gli conferì la cittadinanza onoraria. Più volte promosso e decorato, nella battaglia di Bezzecca (1866) fu assegnato al quartier generale del condottiero nizzardo. L’anno successivo era ancora al fianco di Garibaldi, col grado di colonnello, nella sfortunata spedizione fermata a Mentana dalle truppe franco-pontificie.Al di là dei numerosi fatti d’arme che videro protagonista Cariolato, lo studio di Mirijello - che è alla ricerca di un editore, magari vicentino, disponibile a divulgarlo - presenta anche gli aspetti non eminentemente bellici del rapporto tra il generale in camicia rossa e il patriota vicentino, come la visita di Garibaldi a Vicenza del marzo 1867, durante la quale pronunciò un discorso dalla loggia della Basilica e la fitta corrispondenza tra i due, conservata al Museo del Risorgimento di Villa Guiccioli. Non mancano cenni all’esperienza civile e politica di Cariolato negli ultimi lustri dell’Ottocento, nonché al suo impegno come tutore dell’asilo di Bertesina, giardino d’infanzia creato con la moglie Anna Maria Piccoli.
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