lunedì 26 ottobre 2009

PUBBLICO E PRIVATO

“E’ giusto sottolineare il nesso invincibile di coerenza che ci deve essere tra vita pubblica e vita privata. È facile sostenere che la sfera della privacy deve esistere per tutti e che anche l’uomo pubblico ha diritto a godere della sua libertà di comportamento in quest’ambito. Tuttavia, proprio perché ha scelto di proporsi come uomo pubblico (e, va ribadito con forza, di scelta si tratta, a cui ci si può tranquillamente sottrarre se si vogliono aumentare le proprie libertà d’azione), egli non può esimersi dal considerare che il suo comportamento in qualunque sfera non può mettere a repentaglio quella dote che gli inglesi chiamano accountability. La traduzione non facile, perché il termine mette insieme la affidabilità, la limpidezza, la responsabilità che chiunque deve sapere a priori che troverà nell’uomo pubblico, specie se investito di delicate responsabilità gestionali. Quando un comportamento privato non solo diventa pubblico generando “scandalo” per le sue contraddizioni (cioè non è ritenuto accettabile dalla etica civile corrente), ma addirittura mette chi lo pratica nelle condizioni di essere ricattabile e dunque ricattato, ecco che la accountability di quell’uomo pubblico crolla. L’Italia è un Paese di tradizione tollerante, ed è sempre disposta a considerare che “la carne è debole”, ma ci sono dei limiti. Per dirla con una immagine: avere paura del fuoco è del tutto umano e comprensibile, ma nominare pompiere chi ha paura del fuoco è una imprudenza. Il rispetto per la persona non deve venire mai meno, ma prima viene quello fondamentale per le istituzioni. Un rispetto che non deve mai mancare e dal quale nessuno può abdicare. In gioco c’è la spina dorsale e civile di una società.” (Un ringraziamento personale a Paolo Pombeni)

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