Con grande sollievo condivido la serenità generale ritornata alla notizia che un mio connazionale e concittadino ritornerà a casa dopo essere stato sequestrato a Seri Umra, nel Nord Darfur (Sudan Occidentale) con altri tre operatori umanitari di Medici Senza Frontiere (MsF).
Con grande indignazione constato, allo stesso modo, che dobbiamo ritrovarci felici per la liberazione di persone le quali, sin dall'inizio di una qualsiasi delle tante assurde guerre disseminate per il mondo, si prodigano per dare comunque assistenza a popolazioni spesso povere, puntualmente abbandonate, costantemente impaurite, perennemente stremate. Viviamo in un mondo che riesce a contraddirsi in ogni istante. In qualunque modo (e mondo) sia, bentornati ragazzi.
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