Muoiono fisicamente coloro che si tolgono la vita per la vergogna di una bocciatura o per l'insostenibile fardello di un nomignolo che brucia come un marchio infamante. L’ultima vittima si chiamava Vito Scafidi: allievo della IV G del liceo Darwin di Rivoli (Torino), è rimasto ucciso dal crollo del soffitto della sua aula. Una "tragedia inspiegabile", come ha dichiarato il ministro Gelmini? Le cause ce le potranno spiegare soltanto i tecnici, ma di certo nel nostro Paese 60 edifici scolastici su 100 risultano fuori norma. E di certo, nella bufera delle constestazioni che ha investito la nuova riforma, si è parlato di ogni cosa fuorché dell'incolumità fisica degli studenti italiani. Alla luce di quanto è avvenuto ieri a Torino, tutto ha il sapore amaro di una tragica ironia: nei prossimi giorni in Italia si celebrerà la VI Giornata nazionale della Sicurezza nelle Scuole, quasi certamente con la presenza di autorità politiche e amministrative locali, le stesse che da anni assicurano interventi, naturalmente mai eseguiti. "Sicurezza" si fa per dire, perché in quasi tutta Italia aule e palestre sono fatiscenti, gli edifici spesso traballanti, sporchi e inadeguati. Il 75% di essi risulta “a rischio” perché non sono a norma, mentre gli incidenti a professori e studenti sono in costante crescita: nel 2007, secondo l’Inail, 12.912 al personale e 90.478 a danno degli alunni. I fondi per adeguare le strutture, ovviamente, sono sempre scarsi, e magari "ci sono altre priorità". Insomma, è un atto di coraggio mandare i figli a scuola. La gravità della situazione era stata denunciata per l’ennesima volta lo scorso settembre da Cittadinanzattiva, che presentò il VI Rapporto annuale su sicurezza, qualità e comfort degli edifici scolastici, dopo aver esaminato 132 scuole di ogni ordine e grado, dislocate in 12 regioni e frequentate da 41.269 studenti. Risultato? Due edifici scolastici su tre sono “appena sufficienti” o “pessimi”. L’istantanea scattata fa rabbrividire: 4 istituti su 10 sono senza palestra; le aule, alle quali spetta il titolo di “ambiente più sporco”, presentano crolli di intonaco in un caso su 5 e altri segni di degrado nel 29% dei casi; il 50% ha un impianto elettrico risalente agli anni Quaranta e nessuna norma antincendio; il 42% non ha porte antipanico; il 20% ha pavimenti sconnessi; il 24% ha finestre rotte; il 29% ha attrezzature sportive danneggiate, ma c’è pure un 9% che non ne possiede nemmeno una. Il campionario dei casi “al limite” è lunghissimo. Esistono cantine umide per fare ginnastica, aule riscaldate con stufe elettriche (alla bella faccia del risparmio energetico), termosifoni che cadono, aule poste sotto il livello stradale, infiltrazioni d’acqua, tubi e fili elettrici a vista, pavimenti e sanitari vecchi e rotti, ascensori non collaudati. Il 75% degli istituti scolastici in Italia non è sicuro, per questo serve una loro revisione immediata, per individuare quelle a rischio ed evitare altre tragedie. Impegnatevi, cari signori politici italiani, affinché i risparmi derivanti dal progetto di riforma della scuola e dal piano di razionalizzazione degli edifici scolastici siano reinvestiti e destinati esclusivamente alla messa in sicurezza dell'edilizia scolastica. Ripartiamo da lì, dalla sicurezza di ciò che già è presente. Nella giornata di oggi, i telegiornali parleranno più volte del tragico crollo: assisteremo alle solite accuse, alle solite statistiche, alla solita sfilata di opinionisti. Io non riesco, scusatemi, ad esprimere un onorevole parere. Penso soltanto alla vita spezzata di questo adolescente e della sua famiglia e mi chiedo che senso avrà continuare a discutere sulla cosiddetta riforma di una scuola che andrebbe ricostruita, non solo metaforicamente, dalle sua fondamenta e sulla quale una società civile dovrebbe fare i massimi investimenti. Sarà difficile, e spero lo rimanga anche per tutti coloro che ci governano, dimenticare Vito Scafidi, 17 anni, un ragazzo che come tanti suoi coetanei amava la vita, divenuto tristemente l'emblema di una scuola italiana che nel 2008, nelle condizioni vergognose in cui si trova, ha finito con l'ucciderlo.
domenica 23 novembre 2008
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1 commento:
La cosa più triste è proprio il fatto che si parla di una riforma inesistente (visto che si tratta solo di tagli per risparmiare)...e si dedica un sacco di tempo a parlare di problemi futili, come per esempio la storia del grembiule, non affrontando così i veri disagi della scuola italiana.. Ci vivo dentro questo settore e vivo con molta rabbia l'incapacità o la non volontà della politica di migliorare il settore dell'istruzione...Per quest'area non ci sono mai soldi... Quello che mi piacerebbe sarebbe che i nostri politici trascorressero anche solo una settimana all'interno di una scuola per rendersi veramente conto di "cosa si tratta" e delle diverse problematiche che si devono affrontare... si riuscirebbero così ad evitare magari molte disgrazie...Gioia
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