domenica 27 settembre 2009

65 ANNI DALL'ECCIDIO DEL MONTE GRAPPA

«18 novembre 1943. Di tanto in tanto, tolgo lo sguardo dalla pagina e mi metto a pensare. Penso al mondo migliore che sorgerà dal sangue e dalle rovine di questa guerra, agli uomini migliori affratellati dal vincolo comune di giustizia e di libertà». Diario di Lino Camonico, partigiano (1920-1943).

venerdì 25 settembre 2009

LA VECCHIA TASTIERA VIVE E RESISTE

La vecchia, cara tastiera, che fa da tramite tra le nostre idee e le parole tipografiche per esprimerle da almeno 150 anni, avrebbe i giorni contati? I paradossi non mancano. La tastiera virtuale ha ancora bisogno di sembrare il più possibile meccanica, con una risposta e dei suoni che arricchiscano il feedback. D’altronde uno studio della Università di Glasgow dimostra che una qualche risposta acustica riduce i refusi del 20% e aumenta di altrettanto la velocità di digitazione rispetto ad apparecchi completamente “muti”. Siamo animali sensoriali, l’udito aiuta il tatto. L’effetto collaterale è che sullo schermo restano grandi ditate. Le impronte digitali sono antiestetiche ma sono macchie umane, la prova che la macchina non è sola.

domenica 20 settembre 2009

RELIGIONE NON SIGNIFICA PRIGIONE

Nessuno ha il diritto di uccidere, nessuna religione dà al padre il potere di accoltellare una figlia. Ogni religione, anche la più rigida e austera, è comunque una costellazione di valori, è la cornice interiore di una Civiltà, della convivenza pacifica e felice degli uomini. Nella mente di alcuni uomini la religione è soltanto un alibi, il facile lasciapassare per il dominio feroce e arbitrario contro chi è più debole. È il necessario salvacondotto per edificare le mura di una prigione personale. Un piccolo carcere di famiglia in cui sono rinchiusi bambini e donne. La schiavitù, a insegnarcelo è la Storia, non ha nessun bisogno di religioni o leggi. In certe culture questa forma di oppressione, prima di tutto psicologica, coincide con il normale procedere delle cose, e tutto ciò che lo contrasta va aggredito con la rabbia di una lama che penetra nella carne. Nell’Italia del Diritto, una Donna è ancora un cittadino. Non un animale, non un mobile di casa, non un oggetto di proprietà.

sabato 19 settembre 2009

SENTIRSI VIVI

Riveliamo le nostre difficoltà quando ci troviamo all’estremo della stanchezza o quando ci sentiamo al sicuro. In questo momento lei prova entrambe le sensazioni. E' stanca, ma si sente al sicuro con lui. Lui rappresenta la testimonianza della sua esistenza. Condividere insieme lo stesso e tempo, rimanere anche pochi minuti con lui, le spegne la paura di vivere. Lui forse non è nè un ideale di bellezza nè il migliore degli uomini, ma lei si trova più bella, vede il suo compagno unico, e sente di respirare l'aria del suo sogno.

giovedì 17 settembre 2009

CHI DI STAMPA E CHI DI STAMPELLE

Stamattina presto, durante un dibattito in televisione, un giornalista ricordava che negli Stati Uniti la Costituzione contempla il diritto di stampa come uno dei diritti fondamentali dell’uomo: nonostante tutti i loro immensi problemi, gli Usa rimangono almeno nei fondamentali una grande entità democratica. In Italia, culla del diritto romano, eccetto che durante il fascismo, dove la libertà di stampa venne semplicemente azzerata e furono barbaramente represse le voci discordanti, la stampa è sempre stata “tollerata”, né più né meno, in quanto nel nostro Paese, ai livelli più alti, si pensa sempre all’informazione come a qualcosa da domare o da dirigere dalla propria parte. Come rieducare un bambino che ogni tanto fa le bizze. Se nel Nostro Paese qualcosa di buono si è fatto nel campo dell’informazione, lo si deve semplicemente a tutti quei giornalisti (o “farabutti”, ultima definizione) che quella bella e impagabile libertà se la sono conquistata umilmente giorno per giorno, anche a costo della propria salute, e qualche volta dell’esistenza.

martedì 15 settembre 2009

EXTRA MEMORANDUM

Se ritieni di dover essere coerente nelle offese a tutti gli stranieri “extracomunitari” che incontri, ricordati di insultare anche, tra gli altri: gli americani, gli australiani, i giapponesi, i neozelandesi, i cittadini del Vaticano e quelli di San Marino.

sabato 12 settembre 2009

AD UNA DONNA CORAGGIOSA

Non è mia abitudine farlo, ma stavolta sento di dover rispondere in chiaro al commento di un lettore del mio blog. Mi rivolgo alla Signora che mi ha scritto alle 3 di questa notte, dopo aver letto il mio post di ieri, venerdì 11 settembre. Il suo messaggio mi ha colpito e desidero ringraziarla della sua testimonianza. Salvo sua concessione, non lo pubblicherò per giusto rispetto della privacy. Avrò comunque piacere se lei vorrà ricontattarmi (anche reinviandomi un commento allo stesso post, indicandomi una e-mail di riferimento a cui rispondere). In ogni caso, rimarrà uno dei messaggi che danno un vero senso compiuto al mantenimento di uno spazio personale in Rete e che hanno più gratificato la mia scelta di aprire un blog. Questo post, Signora, è per dirle che sono io a ringraziare lei per il profondo significato del suo testo e per augurarle di cuore un futuro all'altezza dei suoi progetti di vita, dei sogni di chi le sta vicino adesso, e della grande forza d'animo che dimostra attraverso le sue parole.

UNA CERTA IDEA DEL PAESE

[...] "Oggi, leggendo la grande stampa internazionale, ci colgono momenti di sconforto per il ritratto che giornali famosi offrono dell’Italia degli scandali." [...] E vorremmo che i nostri rappresentanti nel mondo non dimenticassero mai la responsabilità che portano in ogni loro atto, in ogni loro parola. Essi sono l’Italia, un’Italia che ha affrontato con forti risorse anche la grande crisi economica, l’Italia delle centinaia di migliaia di imprese vitali, frutto di un antico ingegno, di una radicata cultura del lavoro, di una capacità imprenditoriale che guarda spontaneamente al mondo intero come destinatario delle opere della propria creatività. Abbiamo un’idea dell’Italia che non cambia con il succedersi di eventi che ci sembrano soltanto incidenti per nulla rappresentativi della nostra grande storia. Anche nei momenti di crisi, vediamo una società creativa, fortemente reattiva, disperante e affascinante, vividamente cosciente di se stessa, consapevole delle sue contraddizioni, ma anche della sua natura profonda e del suo destino, come partner di quella storica avventura che è la creazione di un’Europa democratica unita, alla cui crescita non saremo mai noi a porre ostacoli. Come già in passato, in momenti molto più critici, confidiamo che i disagi profondi che accompagnano il nostro sviluppo si attenueranno e verranno superati. Vediamo spinte distruttive, egoismi corporativi, superficialità demagogiche, sopraffazioni e arroganze che si sprigionano dall’interno della società italiana. Ma vediamo anche segni confortanti che sono prova di riserve sufficienti di volontà e di buon senso, capaci di correggere e curare questi nostri mali, in tempo, e col tempo. Non ignoriamo le pericolose tensioni che si manifestano, ma confidiamo nella solidità e vasta popolarità delle nostre grandi istituzioni, e scorgiamo anche tanti fatti positivi, tanti progressi sociali, civili ed economici, perfino politici, che confortano la nostra fiducia nell’idea dell’Italia che abbiamo sempre portato nel cuore." (Arrigo Levi)

venerdì 11 settembre 2009

CONTRO LA VIOLENZA DELLE DONNE NON BASTA UNA GIORNATA

Ieri le donne erano sulle prime pagine di tutti i quotidiani del Paese. Per un giorno. Occorrerebbe invece ricordare più spesso che la violenza domestica non fa differenze di giorno e di classe. Succede ogni ora, anche nelle migliori famiglie, nelle famiglie colte e benestanti come in quelle povere e degradate. Succede, e genera una gravissima forma di collusione. Nonostante crescano le denunce, ancora troppe donne perdonano infatti le percosse ricevute dai compagni. Ancora troppi uomini picchiano le loro donne. Minimizzando e giustificando in qualche modo, di fatto, troppi di noi autorizzano il perpetrarsi di un comportamento che pubblicamente condanniamo, ma che privatamente continuiamo a tollerare. La cultura della prevaricazione di genere ha a che fare con la debolezza fisica della donna, nasce nelle famiglie ma poi finisce col permeare gli spazi del lavoro e della politica. Anche le prime pagine dei giornali, o i servizi dei telegiornali, quando le foto o le immagini piccanti di qualche avvenente disgraziata rubano spazio alle notizie davvero più importanti per la nostra società.

mercoledì 9 settembre 2009

MIKE BONGIORNO E UN TEMPO CHE E' STATO

"Quando muore un’icona popolare come lui, può apparire facile il parlare, il commemorare, il ricordare. Non è così. Credo occorra per non sbagliare fare appello all’equità, alla storia, al costume di un’Italia in cui Bongiorno ha rappresentato qualcosa e quel qualcosa ha portato avanti per molto tempo. Credo occorra, forse e soprattutto, essere onesti. Non distorcere, non ingigantire, non minimizzare. Non tradire." (Dario Fo)

PREVENZIONE ? SI, GRAZIE !

Tra le tante accorate raccomandazioni da parte delle case farmaceutiche, quella di lavarsi spesso le mani. Ma perché le case farmaceutiche non riforniscono le scuole e i posti di lavoro (gratis o comunque a bassissimo prezzo) di disinfettanti?

INTERVENTO ALLA CONFERENZA INTERNAZIONALE SULLA VIOLENZA CONTRO LE DONNE

Intervento di Giorgio Napolitano, presidente della Repubblica Italiana: "La lotta contro ogni sopruso ai danni delle donne, contro la xenofobia, contro l'omofobia, fa tutt'uno con la causa indivisibile del rifiuto dell'intolleranza e della violenza, in larga misura oggi alimentate dall'ignoranza, dalla perdita di valori ideali e morali, da un allontanamento spesso inconsapevole dai principi su cui la nostra Costituzione ha fondato la convivenza nazionale democratica. In paesi evoluti e ricchi come l'Italia, dotati di Costituzione e di sistemi giuridici altamente sensibili ai diritti fondamentali delle donne, continuano a verificarsi fatti raccapriccianti, in particolare, negli ultimi tempi, di violenza di gruppo contro donne di ogni etnia, giovanissime e meno giovani. In definitiva, qualunque parte del mondo e qualunque paese rappresentiamo, dobbiamo sentirci egualmente responsabili dell'incompiutezza dei progressi faticosamente realizzati per l'affermazione della libertà, della dignità, e della parità di diritti delle donne".