Aveva fatto la guerra, era stato prigioniero dei tedeschi, in paese raccontavano che l’avevano chiuso in una stanza con cinque cani affamati. Lui non ne parlava mai. Era tornato a casa e ciò gli bastava. Ero un bambino, mi costruiva fucili ad acqua svuotando canne di bambù. Un giorno mi disse: “Il destino è un alibi. Non esiste il destino. Ci sono solo scelte da fare. Alcune sono facili. Altre no. Ma sono quelle che contano davvero e che fanno di noi delle persone”. (Un ringraziamento personale a Dario Cresto-Dina)
venerdì 20 marzo 2009
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