giovedì 21 agosto 2008

UN ALTRO MODO DI LEGGERE IL MEDAGLIERE OLIMPICO


Qualche volta, sulla differenza tra il podio e la medaglia di “legno” (il 4° posto) più che la prestazione atletica incidono la sorte o un punteggio eccessivamente benevolo da parte di un giudice. Oltre a ciò, il medagliere non evidenzia mai la qualità di risultati che, se non valgono un podio, possono avere comunque un valore significativo. Per allargare la valutazione sui risultati non contemplati nel medagliere abbiamo conteggiato tutti i piazzamenti tra i primi 8 (considerandoli finalisti), attribuendo dei punteggi a scalare: 8-7-6-5-4-3-2-1. Con tale criterio finiscono col primeggiare gli USA, superiori alla Cina per numero di finalisti in tutte le prime 8 posizioni, escluse ovviamente le vittorie. Terza è la Russia (21 quarti posti, come USA e Cina), quarta l'Australia, a seguire Gran Bretagna, Germania e Francia, con l'Italia ottava, davanti al Giappone e all'Ucraina. La classifica a punti valorizza le prestazioni italiane: 74 finalisti, di cui ben 13 finiti al 4° posto e altrettanti al 5°. Gli atleti azzurri sarebbero così quarti davanti a giapponesi e sudcoreani ma finirebbero alle spalle dei francesi, che dalla loro farebbero “pesare” la presenza nelle fasi finali di ben 104 atleti. E’ il segno di un movimento in piena salute perchè riesce ad esprimere valori di livello elevato distribuiti su un più ampio ventaglio di discipline. USA, Cina e Corea del Sud si distinguono perché hanno ottenuto più podi (rispettivamente 110, 100 e 31) che piazzamenti dal 4° all’8° posto (88, 66 e 20): è l'indice della capacità di individuare le gare in cui eccellere. Altro indizio per valutare la forza teorica di un movimento è il rapporto fra le medaglie conquistate e il numero degli abitanti: in questo svetta nettamente la Giamaica, che con una popolazione di 2,8 milioni di persone (Fonte: CIA) ha raccolto ben 11 medaglie (e 2 quarti posti, uno nel lungo), tutte nelle gare veloci di atletica. Seconda l'Australia, a seguire: Nuova Zelanda, Norvegia, Cuba, Armenia, Bielorussia, Georgia, Danimarca e Slovacchia. Quanto all’influenza delle giurie, ridimensionando i Giochi, escludendo cioè le discipline in cui queste sono decisive (ovvero: dressage, ginnastica, judo, lotta, nuoto sincronizzato, pugilato, scherma, taekwondo e tuffi), la Cina perderebbe il 50% del suo bottino (26 ori in meno sui 51 totali) e verrebbe scavalcata dagli USA, scesi a 32 ori (meno 4). La Gran Bretagna (18) e l’Australia (13) supererebbero la Russia (10). L’Italia scenderebbe invece a 3 ori (più 8 argenti e 4 bronzi) perdendone 2 dalla scherma, uno da pugilato, judo e lotta, e terminerebbe alle spalle di Ucraina, Olanda, Giamaica, Spagna e Kenya.
Come si vede, anche le classifiche possono finire come le opinioni al bar Sport: alla fine tutti ne abbiamo una valida.

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