Cosa
dovrebbe fare veramente chi insegna o sceglie di rappresentare gli altri? Le parole sono strumenti meravigliosi e
orrendi nello stesso tempo. Con esse si possono fare e disfare tante cose: smuovere
gli animi, innalzare mura, abbattere montagne, rinchiudere mari, raffreddare
fuochi, deviare fiumi, nascondere città, affondare nazioni, costruire e distruggere
mondi ed esistenze, generare e soffocare i sogni delle persone. Ma la cosa più
difficile da realizzare con le parole è capire quando esse non devono esserci:
comprendere quando arriva il momento di restare in silenzio, ascoltare il
rumore dei pensieri analfabeti che fanno camminare senza fatica, osservare i
colori distesi dalle emozioni, distinguere il battito del cuore agitato dai sentimenti
più veri. Chi sta davanti agli altri prima o poi capisce che un uomo disperato e
cattivo è un antico bambino che è rimasto indietro.
giovedì 7 giugno 2018
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento