Karol Wojtyla è stato l’uomo giusto nel momento storico giusto per la Chiesa cattolica ed una comunità mondiale che necessitavano di esempi reali e pratici. Come ebbe comunque modo di recepire, nel suo brevissimo pontificato, Papa Luciani, impostando le basi per una Chiesa più improntata ad un Catechismo rivelato nel suo concreto senso etimologico e non impartito su stantie basi nozionistiche. Come altre volte, la situazione particolare della Polonia, situata nel vitale punto d'intersezione tra l’est e l’ovest, divenne un punto-cardine per il Mondo. E nessuno, meglio di un autentico e fervente cristiano formatosi da giovane in un contesto di ferma conservazione dei valori umani nonostante la cruda realtà politica, che peraltro vide in quel tempo il rantolio di un regime ai suoi ultimi anni, poteva pensare alla realizzazione di una nuova società che fosse culla della molteplicità di culture. La Polonia è da sempre un territorio di intersezione di tante civiltà, in particolare delle tradizioni romaniche, germaniche, slave e greco-bizantine, e in essa la questione del dialogo delle varie culture è, per molti aspetti, più pulsante che altrove. Proprio per tale motivo Giovanni Paolo II, genuinamente ecumenico e genuinamente missionario, fu l’uomo giusto in quell’esatto momento storico: preparato anche provvidenzialmente per affrontare le questioni del tempo successivo al concilio Vaticano II.
domenica 1 maggio 2011
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