"L’orfano precoce rappresenta un caso estremo. Ma ogni storia che finisce rinnova il trauma primordiale del maschio, quello sganciarsi dal grembo della donna che lo induce a sentirsi abbandonato anziché creato. E’ una forma disperata di dipendenza che si nutre di falso orgoglio ed egoismo autentico. Per guarire serve lo scatto di coscienza che trasforma una marionetta di muscoli in un uomo. Io la chiamo Difesa della Sconfitta: la capacità di sopportare lo strappo del cuore senza smarrire il rispetto di sé. Saper perdere è la premessa di ogni educazione sentimentale. Si applica in amore come nello sport, in politica come nella vita. Ma non la pratica quasi nessuno, perché nella civiltà delle emozioni isteriche e rancorose quasi nessuno riesce ancora a farsi invadere dalla calma forte di un sentimento." (Massimo Gramellini)
domenica 25 luglio 2010
lunedì 12 luglio 2010
UN CALCIO ALLE ILLUSIONI
[…] " Il calcio, e lo sport, sono favole profondamente amorali, quando non sono immorali, per la loro natura. Sono verità dell'attimo, politicamente scorrette, se non ingiuste e relative, senza valore assoluto, nelle quali il "merito" dipende da troppi elementi inafferrabili e casuali per essere invocato come assoluto e decisivo. […] Nello sport non vincono i buoni, ammesso che ci siano. I "buoni" sono di volta in volta coloro per i quali facciamo il tifo, i "cattivi" sono sempre gli avversari. […] Non esistono neppure dimostrabili relazioni di causa o di effetto tra lo sviluppo economico o il successo agonistico e chi prova a stabilirli deve poi arrampicarsi sugli specchi o pescare i casi utili alla tesi, il "cherry picking", ciliega per ciliegia, scartando quelli che la contraddicono. Ottimi governi hanno prodotto mediocri rappresentative, mentre pessimi regimi regressivi ne hanno espresse di eccellenti. […] La sola morale della favola è nella favola stessa, nel raccontarla, nell'ascoltarla, nell'ipnosi che esercita e che ci coinvolge per un mese, lasciandosi dietro alla fine il vuoto e le cartacce di un'altra festa finita e le piazze da ripulire. Tutto qui e arrivederci a Ipanema fra quattro anni. Se vi piacciono le parabole dei buoni e dei cattivi, guardate il "wrestling". Che è, infatti, uno sport finto." (Un ringraziamento personale a Vittorio Zucconi).
domenica 4 luglio 2010
UNA PORTA APERTA AL FUTURO
Per apprezzare il bellissimo Mondiale di Calcio 2010 giocato dalla Germania, indipendentemente dal risultato finale, bisogna immaginare uomini di molti anni fa, spinti dalla mancanza di un lavoro o dal desiderio di un futuro migliore, all'emigrazione in quel Paese, da soli o con le famiglie. Ai loro figli, a scuola con i bambini alti e biondi dei vicini di casa, in un'età in cui non esiste differenza di lingua, di tradizioni o di colore della pelle che non si dissolva giocando a pallone. E adesso, quegli stessi bambini di origine tunisina, turca, bosniaca o polacca, ragazzi sani, puliti, forti e ambiziosi come avrebbero diritto ad essere tutti i loro coetanei, cresciuti in una nuova Patria, oramai figli di una nuova società e di un nuovo Mondo, parlando un linguaggio universale come quello di un pallone da calciare, difendono i colori di un nuovo Paese, e di una squadra dall'età media e dalla mentalità fresche e giovani. La Francia multietnica campione del 1998 era stata una finestra sul futuro, ma allo stesso tempo il frutto estremo dell'era coloniale. La nuova Germania dei figli di uomini in viaggio, invece, nasce proprio dal fenomeno epocale delle migrazioni di massa.