E' un tardo pomeriggio d'inverno. Le luci della sera iniziano a mescolarsi ai toni scuri della giornata che si sta spegnendo. Il treno scivola nell’aria che ha il sapore della neve. Lui non può non osservarla: la ragazza che gli è seduta davanti è stupenda, addirittura splendente, e indossa un elegante cappotto che le fascia il corpo fine.
Viaggiano entrambi in seconda classe: lei stringe in grembo una borsa perfettamente intonata anche col suo umore. E' assorta, sul vetro del finestrino di tanto in tanto paiono riflettersi perfino i suoi pensieri. Sembra che abbia lasciato un dove che non intendeva abbandonare. Lui invece sta tornando in un luogo da cui vorrebbe soltanto partire. Adesso lei sta scrivendo con una penna dal colore fluo. Appena solleva la testa dal taccuino, dà l'impressione di scoprire per la prima volta il passeggero che le si trova di fronte e gli regala un dolcissimo sorriso. In quel preciso momento, lui sente nascergli dentro quelle parole. Non ha più niente da perdere, e gliele rivela: “Signorina, mi scusi, ma lei ha il sorriso sconosciuto più avvolgente che abbia mai incontrato nel mio ritorno”.