In Italia vivono irregolari "di lungo corso" attivamente inseriti nel contesto produttivo nazionale. Il loro tasso medio di occupazione risulta del 62%, più elevato dunque di quello della popolazione italiana (59%) ma dopo 3 anni dall'arrivo nel nostro Paese esso sale addirittura al 76%, ed è addirittura superiore a quello della pur dinamicissima popolazione lombarda (71%). Si tratta d'uno dei più rilevanti risultati del Rapporto 2009 elaborato dal Naga (ente no profit che si occupa di assistenza sanitaria agli immigrati privi di documenti). Il campione della ricerca è costituito dalle 47.500 cartelle cliniche dei pazienti che, nel periodo tra il 2000 e il 2008, hanno chiesto un sostegno a questa struttura sanitaria che ha sede a Milano. Particolare attenzione è stata prestata alle 4.400 persone che nel 2008 rivoltesi per la prima volta al Naga. Il dato che spicca è l'innalzamento dell'anzianità migratoria degli irregolari: nel 2008, ben il 30% degli immigrati del campione si trovavano in Italia da più di 4 anni. Non si tratta di marginali nullafacenti o peggio ancora, ma nella maggior parte dei casi di immigrati capaci, abili e produttivi, che non riescono a trovare un canale per regolarizzarsi e rischiano di rimanere clandestini “a tempo indeterminato" . Il 70,4% degli immigrati in Italia da oltre 4 anni vanta un'occupazione. L'irregolare-tipo ha in media meno di 35 anni ed in 4 casi su 10 è sposato. Sono genitori il 45% degli uomini e il 60% delle donne. Circa il 10% dei clandestini ha un'istruzione universitaria ed oltre la metà ha frequentato almeno le superiori del suo paese. Tra gli analfabeti solo il 35,6% possiede un lavoro. Per coloro che vivono in affitto l'affollamento medio è di 2,2 persone per stanza (a fronte dello 0,7 della popolazione italiana, così come risulta dal censimento del 2001). Tra i marginali, infine, c'è il 7% degli uomini e il 4% delle donne: risulta che vivono senza fissa dimora o in insediamenti abusivi. Il Rapporto Naga è stato curato da un team di autorevoli ricercatori: Carlo De Villanova dell'Università Bocconi, Francesco Fasani dell'University College of London e Tommaso Frattini dell'Università di Milano. (Un ringraziamento personale a Corrado Giustiniani)
domenica 8 novembre 2009
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